Il grasso viscerale, il nemico nascosto che mette a rischio la tua salute non è sempre quello che vedi allo specchio.
Il grasso viscerale è molto più pericoloso del normale grasso sottocutaneo, perché si accumula intorno agli organi interni e aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e altre patologie croniche.
In questo articolo scoprirai cos’è, perché è dannoso e quali strategie pratiche puoi adottare per ridurlo in modo efficace.
Se hai qualsiasi dubbio o domanda scrivimi pure all’indirizzo mail danieldragomir8@gmail.com
Cos è il grasso viscerale?
Gli acidi grassi presenti nel nostro corpo tendono a depositarsi soprattutto negli adipociti, cioè le cellule del tessuto adiposo.
In alcuni casi però finiscono anche in altri tessuti, dando origine al cosiddetto grasso ectopico ⚠️
Quando i grassi si accumulano fuori dalle sedi fisiologiche si creano varie disfunzioni:
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nel fegato e nei muscoli favoriscono l’insulino-resistenza,
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nel cuore possono portare a problemi di funzionalità,
-
nel pancreas ostacolano il rilascio di insulina.
Il tessuto adiposo ha infatti un limite: riesce a stoccare solo una certa quantità di grasso. Se lo superi, il corpo cerca altre vie, depositando lipidi dove non dovrebbe.
Non conta solo “quanto” ingrassi, ma anche la velocità con cui il grasso viene accumulato: più veloce è il processo, maggiore è il rischio di aumentare il grasso ectopico.
Per avere un’idea chiara, esistono valori percentuali che distinguono il deposito di grasso corporeo tra essenziale, fisiologico ed ectopico/viscerale. Questi dati aiutano a capire meglio dove si accumula il grasso e quali effetti può avere sulla salute
Grasso essenziale (%) | Grasso fisiologico (%) | Possibile grasso ectopico (%) | |
---|---|---|---|
Uomo | 2 – 4 | 8 – 15 | > 14 – 15 |
Donna | 6 – 12 | 14 – 24 | > 24 |
Il tessuto sottocutaneo invece è quello che possiamo facilmente “pinzare” con le mani: si trova subito sotto la pelle e il nome stesso ci dice la sua posizione.
Il grasso sotto pelle svolge principalmente una funzione di deposito energetico e viene utilizzato quando siamo in deficit calorico.
Al contrario, il grasso viscerale è molto più attivo dal punto di vista metabolico: rilascia continuamente acidi grassi nel sangue, anche senza deficit calorico.
Ecco perché i due tipi di grasso non sono uguali: mentre quello sottocutaneo non comporta particolari problemi (tranne se concentrato nella zona addominale), il grasso viscerale rappresenta un vero fattore di rischio.
Il grasso viscerale e l’infiammazione
L’infiammazione non è il meccanismo che porta allo sviluppo dell’obesità: non è il motivo per cui ingrassiamo.
Non hanno senso le etichette di “cibi infiammatori” o “cibi antinfiammatori”, così come non esistono cibi dimagranti o ingrassanti.
Queste definizioni spostano l’attenzione da ciò che davvero conta: la dieta nel suo complesso e lo stile di vita inteso come insieme dei comportamenti quotidiani.
Esiste un legame tra obesità e infiammazione, ma il rapporto è inverso rispetto a quanto spesso si pensa: è l’obesità che genera infiammazione, non l’infiammazione che causa obesità.
L’obesità, infatti, si associa a uno stato di infiammazione cronica sistemica di basso grado, che interessa l’intero organismo.
Questo stato prolungato altera la comunicazione tra organi, tessuti e cervello, che è centrale nel mantenimento dell’omeostasi.
Anche l’insulino-resistenza è una conseguenza dell’eccesso di grasso corporeo, non la sua causa.
Gli adipociti, cellule specializzate nell’accumulare grasso, hanno un limite di espandibilità. Quando aumentano di volume liberano fattori pro-infiammatori e riducono quelli anti-infiammatori.
Una volta raggiunta una certa soglia, tendono a morire e questo innesca ulteriore infiammazione.
Il fenomeno è particolarmente marcato negli adipociti del grasso viscerale, più vicini agli organi, più attivi metabolicamente e con minore capacità di espansione.
Ecco perché l’obesità va considerata una patologia cronica recidivante, strettamente connessa a molte altre malattie croniche di natura infiammatoria come diabete, malattie cardiovascolari e tumori.
Come perdere il grasso viscerale?
Per dimagrire la cosa più importante è il bilancio calorico giornaliero e settimanale.
Semplicemente devi introdurre meno calorie di quelle che consumi, e qualsiasi dieta può essere ipocalorica.
Una dieta ideale per dimagrire dovrebbe tenere conto di:
- Consapevolezza nel mangiare
- Perdita graduale incentrata sulla massa grassa
- Evitare carenze nutrizionali o disidratazione
- Apprendimento di nuove abitudini sane
- Pochi o zero effetti collaterali
Mangiare sano è un’ottima abitudine che deve essere alla base dello stile di vita, ma se non sei in deficit calorico, non basta per dimagrire.
Alcuni studi mostrano che chi mangia alimenti bio può ridurre il rischio di sovrappeso ed obesità, ma questo può succedere perchè, chi mangia questi cibi, generalmente ha anche un migliore stile di vita.
Inoltre la maggior parte degli italiani non segue neanche le raccomandazioni della dieta mediterranea (a base di frutta, verdura e cereali).
In una settimana comunque puoi perdere circa 2-5 kg, a seconda del tuo peso di partenza e della tua condizione fisica: più pesi e più hai una cattiva composizione corporea (grasso e liquidi in eccesso, massa magra bassa) più puoi perdere kg velocemente.
Attenzione però: è consigliato perdere a settimana circa lo 0.5-1% del tuo peso corporeo.
La pandemia di obesità
Il nuovo rapporto UNICEF lancia un allarme che non possiamo ignorare: per la prima volta nella storia l’obesità infantile ha superato il sottopeso tra bambini e adolescenti.
Parliamo di 188 milioni di ragazzi tra i 5 e i 19 anni che vivono con obesità e di quasi 400 milioni in sovrappeso. Numeri che fotografano una vera emergenza globale.
Dal 2000 al 2022 il sottopeso è sceso (dal 13% al 9,2%), ma nello stesso periodo i tassi di obesità sono triplicati (dal 3% al 9,4%).
Questo significa che in molte aree del mondo i bambini continuano a soffrire di denutrizione, mentre in altre — o addirittura negli stessi paesi — cresce senza sosta il peso dell’obesità.
Le cause principali sono ambienti alimentari che spingono verso junk food e cibi ultra-processati, un marketing aggressivo rivolto ai più piccoli e scuole/negozi invasi da cibi poveri di nutrienti ma a basso costo, mentre frutta e verdura diventano sempre più un “lusso”.
I rischi sono enormi: l’obesità in giovane età aumenta le probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e alcuni tumori.
Non è solo una questione estetica, ma una minaccia concreta alla salute e al futuro delle nuove generazioni.
In Italia il sovrappeso è leggermente calato (dal 32% al 27%), ma l’obesità resta stabile al 10%.
Allo stesso tempo, i casi di sottopeso sono raddoppiati (dal 1% al 2%). Anche qui, quindi, affrontiamo il doppio fardello della malnutrizione.
L’UNICEF propone misure urgenti e concrete:
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più educazione alimentare e attività fisica quotidiana nelle scuole,
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divieto di junk food e bibite zuccherate negli ambienti scolastici,
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etichette chiare e tasse sui prodotti ultra-processati,
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accesso economico a cibi nutrienti per le famiglie più vulnerabili.
E ci sono esempi che fanno sperare: in Messico, dove il junk food è stato vietato nelle scuole, i risultati sono arrivati subito, con milioni di bambini più protetti e famiglie più consapevoli.
Non possiamo chiedere ai bambini di “scegliere meglio” in un mondo che li spinge verso il peggio: la responsabilità è collettiva.
Governi, aziende, famiglie e comunità devono collaborare per creare un ambiente che favorisca salute, movimento e benessere.
La piramide del dimagrimento
Dire davvero “grasso viscerale addio!”?
Per riuscirci in modo definitivo non bastano trucchetti o prodotti miracolosi: serve capire la piramide del dimagrimento, cioè l’insieme dei fattori che contano davvero per perdere peso.
Ecco come funziona:
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Bilancio energetico → È la regola numero uno: se non sei in deficit calorico, non dimagrisci, indipendentemente da cosa mangi.
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Macronutrienti → Proteine, carboidrati e grassi devono essere distribuiti in modo equilibrato: trascurarli significa rallentare i risultati.
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Micronutrienti → Vitamine e minerali sono fondamentali per la salute e il metabolismo, ma non hanno effetti miracolosi sul dimagrimento.
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Timing dei nutrienti → “Carboidrati a pranzo o a cena?” Nella maggior parte dei casi cambia poco: molto meno importante del bilancio calorico.
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Integrazione → Integratori brucia-grassi come la carnitina? Ricorda che stanno in cima alla piramide, quindi hanno un impatto minimo (se non nullo).
In sintesi, per dire davvero addio al grasso bisogna guardare la piramide dall’alto verso il basso: concentrarsi prima sulle basi solide (calorie e macronutrienti), e solo dopo pensare ai dettagli.
Cosa devo mangiare?
Il deficit calorico protratto nel tempo deve essere un requisito essenziale, indipendentemente dal tuo tipo di dieta e da ciò che mangi oppure non mangi.
Detto questo, e assodato il fatto che la tua dieta deve prevere le giuste quantità di nutrienti ed evitare elevate quantità di sostanze dannose, ci sono due principi che deve seguire la tua nutrizione:
- Alimentazione sana
- Alimentazione piacevole
La dieta occidentale tipica dell’italiano medio è piacevole, con cibi ultraprocessati, bevande zuccherate ed alcolici, ma non è sana.
Invece la classica dieta di tanti nutrizionisti, che prevedono porridge e finte pizze di albumi (che spesso non piacciono), è sana ma non piacevole.
Il regno dei succhi alcalinizzanti e dei clisteri detox di caffè invece riguardano il peggio del peggio: una nutrizione non sana e neanche piacevole.
Ed infine abbiamo la dieta sana e piacevole, che riguarda una dieta bilanciata ma con alimenti di ottima qualità scelti anche in base ai gusti personali.
Ovviamente se sei abituato a mangiare cibi molto dolci, perchè addirittura in certi casi si arriva a zuccherare la frutta che è già zuccherata naturalmente, non sarà istantaneamente piacevole passare ad una nutrizione meno dolce o meno salata (se hai il problema opposto).
Ti assicuro però, che nel giro di poche settimane, tutto cambierà ed inizierai ad apprezzare dei gusti che forse non hai mai saputo riconoscere veramente.
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