Oggi parliamo di motivazione nel fitness con il Trainer Mattia Faramia. Partiremo a capire cos’è la motivazione e come aumentarla per dare il massimo nei nostri allenamenti.
La motivazione nel fitness
Essa è definita, dalla psicologia, come un costrutto ovvero quella spinta interiore che possiamo osservare dal comportamento di una certa persona: per esempio un individuo che tutte le mattine si alza all’alba per potersi allenare, magari prima di andare al lavoro, è assolutamente motivato verso un personale obiettivo, che potrà semplicemente essere arrivare al top della forma per la prossima estate.
Intraprendere un percorso di allenamento volto a migliorare il nostro stile di vita è ammirevole, tuttavia la maggior difficoltà non è tanto iniziare, quanto instaurare una certa continuità, da cui i piccoli ma costanti progressi finalizzati agli obiettivi personali come una miglior composizione corporea e/o performance sportiva, a fronte di tutte le difficoltà che potranno nascere in questo lungo cammino.
Il Personal Trainer assume così un ruolo di motivatore sempre al fianco dei suoi clienti, soprattutto nei momenti di sconforto in cui molte persone rinunciano e, in prima battuta, insieme ad esse dovrà pianificare gli obiettivi del training, i quali dovranno essere semplici ma allo stesso tempo stimolanti.
L’acronimo SMART
L’acronimo SMART riassume le caratteristiche che dovrebbero avere gli obiettivi personali:
- Specifici all’obiettivo personale, ad esempio ridurre la % di grasso corporeo;
- Misurabili, come quando rileviamo le circonferenze corporee;
- Azione centrici, tutto ciò che facciamo deve essere diretto allo scopo del cliente;
- Realizzabili, alla portata della persona, alla signora Maria non proporremo un massimale di stacco alla prima seduta (neanche dopo probabilmente…);
- Tempo dipendenti, micro e macro obiettivi devono avere una scadenza teorica (da cui l’utilità dei test di valutazione, di cui ho parlato in un mio recente articolo https://umbertomiletto.com/anamnesi-e-test-iniziali-del-buon-personal-trainer/).
La motivazione nel fitness va allenata
Così come i nostri muscoli anche la motivazione deve essere sviluppata o, meglio, essa è già presente in tutti noi ed un buon coach deve imparare a conoscere il suo atleta per riuscire ad estrapolarla facendo leva sui suoi punti giusti.
Di seguito propongo quattro semplici tecniche di cui potrete avvalervi fin da subito.
1 – CONTRASTARE LA PROCRASTINAZIONE
Un fisico in forma ed in salute è desiderato da chiunque, tuttavia la maggior parte della popolazione rimane ancorata ad uno stile di vita prettamente inattivo, se non sedentario. Spesso questo è dovuto, oltre alla pigrizia, all’indecisione data dalle troppe attività possibili, (palestra, running, nuoto…), da cui si genera una vera e propria impasse che riporta la persona a preferire il” vecchio e caro divano”.
È proprio qui che assumono importanza le varie campagne di promozione all’attività fisica, in ambito di prevenzione primaria, ma ancor di più la figura del PT che, agendo sul singolo individuo, assume il ruolo di guida che conduce il suo atleta, non solo per un singolo allenamento, ma lungo un vero e proprio percorso di miglioramento del proprio stile di vita.
Ricordate all’inizio quando ho scritto che non è tanto iniziare quanto l’essere continui la vera difficoltà? Ebbene, è in questa fase che il trainer deve agire educando e facendo comprendere quanto il passaggio ad uno stile di vita attivo porti ad innumerevoli benefici, non solo sul piano fisico ma a 360°.
2 – IDENTIFICARE I FALSI MITI
- Cosa pensa di dover fare per rimettersi in forma?
- Quale attività e alimentazione pensa facciano al caso suo?
- Ha già provato a rimettersi in forma in passato? Che cosa ha fatto a riguardo?
Queste sono tre semplici domande che possiamo porre per andare ad abbattere quei falsi miti che aleggiano in particolare in ambito fitness, i quali poggiano praticamente tutti sullo pseudo-principio “No pain, no gain” ovvero la necessità di “massacrarsi” in ogni seduta allenante.
È assolutamente vero che per raggiungere i risultati ambiti bisogna farsi “il grande gluteo” in allenamento, tuttavia questo non significa che dovremo terminare ogni nostro allenamento “massacrandoci”, magari a scapito della corretta tecnica, magari perché l’ha detto quello più grosso…
Al contrario, questo spesso favorisce il sovrallenamento e allontana dai potenziali risultati.
Alcuni dei più comuni falsi miti nel fitness
Identificate le false credenze di ogni singola persona, non dovremo immediatamente confutarle brutalmente ma, a mano a mano che il rapporto con il cliente si fortifica e acquisiamo la sua fiducia, lavorare per limitarle fino a ridimensionarle completamente.
Educando, ragionando, il trainer può indurre ad abbandonare questi assurdi falsi principi (non solo tipici dei nostri clienti, ma persino di diversi coach, purtroppo…).
3 – LINGUAGGIO INTERNO / SELF TALK
Tra i doveri di un buon PT vi è quello di incoraggiare costantemente il suo assistito attraverso feedback positivi che, tuttavia, se la sua “voce interna” è pessimista, non avranno un grande effetto.
Voce interna?
Avete letto bene, “voce interna” o self talk, infatti ognuno di noi ha un proprio linguaggio interiore.
Quante volte prima di intraprendere un nuovo percorso di allenamento e alimentazione, dentro di noi ci siamo ripetuti frasi del tipo: “figuriamoci se ce la faccio, è troppo faticoso” oppure “non riuscirò mai ad avere il suo fisico, sono solo un/a fallito/a…”. Purtroppo, sono pensieri comuni che dobbiamo imparare a contrastare nel tempo.
A questo proposito consiglio questi tre pratici passaggi:
- Imparare a sentire cosa questa voce interiore ci sta comunicando;
- Annotare sulla sinistra di un foglio tutti i pensieri negativi identificati mentre sulla destra sforzarsi di scrivere l’opposto positivo;
- Identificare quali pensieri negativi sono più ricorrenti e ripeterseli in privato ogni giorno con il loro “opposto positivo” (in particolare quando si sente il bisogno di essere spronati, magari poco prima di allenarsi) per instaurare l’abitudine di un self talk finalmente positivo e stimolante.
Questa pratica abbinata ai feedback motivanti dell’allenatore spronerà il cliente ad avere maggiore fiducia in sé, ad impegnarsi verso i suoi obiettivi da cui il futuro successo personale.
4 – IMMAGINAZIONE MENTALE
Tecnica maggiormente conosciuta, infatti diversi atleti olimpici, ma non solo, ne fanno uso con importanti benefici sulle loro performance.
In essa è richiesto di concentrarsi su pensieri che generano atteggiamenti positivi quali, in ordine:
- Rievocare un successo, un’esperienza positiva vissuta in passato;
- Immaginare di aver già vinto la prestazione o impegno che si sta per affrontare, da ciò deriverà una maggior rilassamento psico-fisico e fiducia in sé stessi;
- Pensare a tutto quello che abbiamo già ottenuto con i nostri sforzi, alla stima che ci siamo guadagnati e a quanta gratificazione ci darà questa nuova sfida una volta superata; questo aumenterà il desiderio di farcela e conseguentemente ci donerà maggior grinta.
Man mano che l’immaginazione della persona diventerà più forte, egli sarà anche emotivamente e cognitivamente più predisposto a gestire l’ansia pre-gara/allenamento, ma anche l’eventuale frustrazione dovuta ad un mancato successo.
In pratica sarà fin da subito pronto a riprovarci, fintanto che non riuscirà (non a caso questo è l’atteggiamento di molti campioni, come da loro stessi affermato, Michael Jordan è un esempio).
In conclusione
PT, allenatore, coach che sia, egli ha il dovere di motivare i suoi clienti verso gli obiettivi stabiliti insieme.
Questo è possibile non solo attraverso i comuni ma certamente importanti incoraggiamenti, ma anche riducendo tutti quei concetti errati (quali falsi miti, self talk pessimista, procrastinazione) che possono compromettere l’efficacia del percorso e vanificare così gli sforzi fatti.
Le tecniche elencate sono solo alcune di quelle presenti in ambito sportivo e psicologico e invito ognuno di voi nel cimentarsi a replicarle per i suoi allenamenti, competizioni ma anche in tutte quelle situazioni che ci portano ad assumere un atteggiamento negativo (stress lavorativo o universitario…).
Infine, seppur appaia scontato, mi pare doveroso affermare che non serve a niente limitarsi ad immaginare, farsi tanti buoni propositi se poi non si agisce; dobbiamo necessariamente passare dalla teoria alla pratica. Non è facile, lo so, ma se lo fosse saremo tutti al top della condizione in ogni giorno ed ambito della nostra spesso frenetica vita.
Un appropriato detto recita: “inizia ora, perfeziona dopo”, quindi il miglior consiglio che mi sento di darvi è “stringete i denti e agite adesso, non domani!!”.
Articolo a cura del Personal Trainer Mattia Faramia. Potete contattare Mattia sul suo profilo Instagram @mattraining91
Referenze bibliografiche:
NSCA: “Il Manuale del personal Trainer” – Calzetti-Mariucci; Perugia, 2010.