Lombalgia: cos’è e come affrontarla

Quanti di voi hanno sentito parlare di lombalgia? 

Sicuramente tutti quanti almeno una volta hanno sentito questo termine, conoscono qualcuno affetto da questa patologia oppure ne soffrono in prima persona. 

Ma che cos’è?

Con il termine lombalgia si fa riferimento a quello che viene comunemente definito “mal di schiena”. È un dolore che viene percepito nella parte inferiore della schiena, nella regione lombare della colonna vertebrale.

  1. Diversi tipi di lombalgia: acuta e cronica 

La lombalgia acuta è caratterizzata da un dolore improvviso nella parte inferiore della schiena e rigidità muscolare, di conseguenza, limita gran parte dei movimenti che si svolgono nella vita di tutti i giorni.

In media ha una durata di 7 giorni ma può persistere anche fino alle 12 settimane e la gravità del dolore può variare da una forma lieve ad intensa.

Tra le varie forme di lombalgia acuta troviamo il colpo della strega. Esso è caratterizzato da un dolore improvviso, il quale insorge durante un movimento specifico. Percepito sempre nella regione lombare può irradiarsi persino lungo cosce e glutei, impedendo a chi ne è colpito di eseguire qualsiasi movimento e costringendolo inevitabilmente al riposo.

Un altro ma meno comune tipo di lombalgia acuta è la sciatalgia. Con questo termine intendiamo una compressione delle radici nervose nel midollo spinale. Il dolore viene percepito lungo tutto il decorso del nervo, con probabilità che si estenda fino al polpaccio o al piede. 

La lombalgia cronica a differenza di quella acuta è sempre caratterizzata da un dolore nella parte bassa della schiena ma può essere associato a intorpidimento delle gambe, difficolta a camminare e a mantenere la posizione eretta per lunghi periodi. Il dolore ha un andamento irregolare, si alternano periodi di lieve dolore con altri di dolore intenso. Inoltre, ha una durata che supera le 12 settimane.

  1. Ecco alcuni dati!

La lombalgia è la principale causa di disabilità a lungo termine. Nel mondo la sua incidenza nel corso della vita varia dal 58% all’84%. Nel caso di lombalgia cronica l’incidenza si aggira tra l’11% e il 16%.

In Italia l’80% della popolazione soffre di lombalgia almeno una volta nella vita.

  1. Quali sono le cause?

Generalmente questa patologia viene definita “lombalgia aspecifica”. Con questo termine si intende che il dolore non è attribuibile ad una singola malattia o ad una specifica causa.

Ciò non implica che non sia possibile identificare alcuna causa, ma piuttosto che i motivi per cui può manifestarsi questa patologia sono molteplici e differenti tra loro, soprattutto per quanto riguarda i casi di lombalgia acuta.

Pertanto, la domanda che dobbiamo porci è: quali possono essere i fattori di rischio che contribuiscono alla lombalgia acuta?

Tra i molti fattori di rischio possiamo trovare:

  • Sedentarietà 
  • Sollevamento di carichi pesanti in modo scorretto
  • Sforzo fisico eccessivo
  • Debolezza muscolare 
  • Sovrappeso e obesità
  • Assunzione di posture scorrette 
  • Fattori psicologici
  • Fumo 
  • Infortuni di vario genere
  • Gravidanze

Tutti questi fattori portano spesso a lesioni muscolari o legamentose nella parte bassa della schiena facendo percepire al soggetto dolore. 

Le cause della lombalgia cronica sono generalmente più facili da individuare. Tra queste possiamo includere diverse patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, come l’artrosi, l’artrite e l’osteoporosi. Altre cause possono essere deviazioni della colonna vertebrale, come la scoliosi, o alterazioni della colonna, come l’ernia del disco, le discopatie o le fratture vertebrali. 

Un’altra causa, sebbene molto meno comune, potrebbe essere rappresentata da tumori ossei o del midollo spinale.

  1. Come possiamo diagnosticarla?

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, quando si parla di lombalgia acuta aspecifica è difficile trovare il modo di identificarla. In questi casi, se il dolore non è eccessivo, è sufficiente fare un controllo dal medico e rimanere a riposo fino a quando il dolore non si attenua, per poi riprendere a svolgere le normali attività della vita quotidiana. Nel caso in cui il dolore dovesse persistere ed intensificarsi è bene rivolgersi ad uno specialista.

In tal caso verranno effettuati alcuni approfondimenti diagnostici come la risonanza magnetica (RM), la più comune, oppure radiografie (RX), tomografie computerizzate (TC) o elettromiografie (EMG).

Il passo successivo è l’utilizzo di terapie fisiche prolungate, farmaci per il controllo del dolore, terapie psicologiche e nei casi più gravi interventi chirurgici.

  1. Lombalgia e allenamento

In passato, in caso di lombalgia acuta, il consiglio era quello di eseguire un riposo completo finché il dolore non cessasse definitivamente. Ora la ricerca scientifica ha evidenziato che l’attività fisica è in grado di velocizzare il recupero e favorire la guarigione.

La raccomandazione iniziale rimane quella di consultare uno specialista e, se necessario, seguire una fase di riposo con l’eventuale assunzione di farmaci antidolorifici in caso di dolore intenso.

Successivamente, è possibile riprendere le normali attività quotidiane. È importante prestare particolare attenzione al mantenere e adottare sempre una postura corretta, sia durante il lavoro che nel tempo libero.

L’allenamento svolge un ruolo chiave in queste situazioni. Il rafforzamento del core, in particolare del muscolo multifido, del retto dell’addome, degli obliqui e del quadrato dei lombi, garantirebbe una maggiore stabilità e supporto per la parte inferiore della schiena. 

Questi muscoli sono capaci di favorire il mantenimento di una postura più corretta, riducendo così il carico sulla colonna vertebrale. 

Per allenare questi muscoli, è importante praticare la ginnastica posturale come il pilates o eseguire alcuni specifici esercizi, che vedremo qui di seguito:

  • Glute bridge con piedi a terra o su una fitball
  • Slanci posteriori in quadrupedia
  • Plank in appoggio sulle mani
  • Plank laterale facilitata (ginocchia a terra)

Prima di eseguire esercizi di rinforzo muscolare è importante effettuare esercizi di mobilità per la colonna, come ad esempio flesso-estensioni della colonna in quadrupedia (nota anche come posizione del gatto).

Anche gli esercizi di allungamento sono un componente importante nella gestione della lombalgia. L’allungamento mira a migliorare la flessibilità muscolare, aumentare l’ampiezza di movimento delle articolazioni e riduce la tensione muscolare, il che può contribuire a ridurre il dolore. 

Come abbiamo avuto modo di vedere, l’attività fisica è una componente fondamentale utilizzata sia per affrontare la lombalgia che come metodo preventivo. Se eseguita correttamente e sotto la supervisione di uno specialista, può portare notevoli benefici. Oltre a rinforzare la muscolatura, l’attività fisica è anche in grado di bruciare calorie, consentendo di mantenere un peso corporeo ottimale e riducendo di conseguenza il carico sulla colonna vertebrale.

Articolo a cura di Lorenzo Bungaro – Laureato in Scienze Motorie

Bibliografia

Fisiorom. Tratto da https://fisiorom.it/trattamenti/il-dolore-lombare-aspecifico-negli-adulti

Humanitas research hospital. (2022, agosto 4). Tratto da https://www.humanitas.it/news/mal-di-schiena-le-cause-della-lombalgia-acuta/

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Roncari, A. (2018, marzo 24). Project Invictus. Tratto da https://www.projectinvictus.it/esercizi-mal-di-schiena/

Zanoli, G. G.L.O.B.E. Tratto da http://www.globeweb.org/newsletter/interviste_3.html

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