Capita a tutti, prima o poi, di dover interrompere gli allenamenti: vacanze, impegni di lavoro, motivazione che cala, o semplicemente imprevisti. E ogni volta ci si fa la stessa domanda: “Sto perdendo tutti i risultati che ho ottenuto finora?”
Non è proprio così. Anche se dopo qualche settimana di inattività può sembrare di tornare indietro, il corpo conserva una forma di “ricordo” dell’allenamento passato. Ed è proprio qui che entra in gioco un concetto fondamentale: la memoria muscolare.
In questo articolo vedremo prima cosa succede realmente quando si interrompono gli allenamenti (detraining), e poi come funziona la memoria muscolare secondo le più recenti scoperte scientifiche. Il messaggio è semplice: ripartire è più facile di quanto pensi.
Cos’è il detraining
Il detraining è quel processo che avviene quando si interrompe l’attività fisica per un periodo prolungato. In pratica, il corpo inizia lentamente a “disattivare” gli adattamenti ottenuti con l’allenamento, come la forza, la resistenza e la massa muscolare.
Cosa succede nel tempo?
Diversi studi hanno mostrato che gli effetti del detraining iniziano già dopo 7-14 giorni di inattività, ma diventano più evidenti con il passare delle settimane. Ecco una stima media delle perdite:
- Dopo 2 settimane: la resistenza cardiovascolare può ridursi fino al 10%, mentre forza e massa muscolare subiscono cali minimi, nell’ordine del 2-3%.
- Dopo 3-4 settimane: la resistenza muscolare può diminuire del 15-20%, la forza del 10-15% e la massa muscolare del 5-10%.
- Dopo 6-8 settimane: la perdita di resistenza muscolare può raggiungere il 25%, la forza il 15-20% e la massa muscolare scendere fino al 10-15%.
Ovviamente non sono percentuali fisse ma variano da persona a persona in base a:
- Il livello di allenamento precedente: sportivi esperti perdono meno velocemente rispetto ai principianti.
- La durata e il tipo di inattività (riposo totale o vita attiva senza sport).
- L’età, la qualità del sonno, l’alimentazione e lo stress.
Il detraining può sembrare una battuta d’arresto, ma il corpo non dimentica. E questo ci porta a un concetto chiave: la memoria muscolare.
La memoria muscolare
Dopo settimane o mesi di pausa, è normale pensare di aver perso tutti i risultati ottenuti con l’allenamento. Ma qui entra in gioco un alleato fondamentale: la memoria muscolare.
La memoria muscolare è un concetto affascinante e spesso sottovalutato nel mondo dell’allenamento. Non si tratta solo del fatto che “i muscoli si ricordano”, ma di un meccanismo biologico ben preciso che coinvolge strutture cellulari, adattamenti nervosi e genetici.
Quando ti alleni in modo costante, le tue fibre muscolari subiscono una serie di modificazioni:
- Aumentano di volume (ipertrofia).
- Diventano più efficienti nella contrazione.
- Acquisiscono nuovi mionuclei.
I mionuclei sono delle strutture all’interno delle cellule muscolari (fibre) che regolano la sintesi proteica e la crescita. Una volta formati attraverso l’allenamento, questi nuclei non scompaiono anche se il muscolo si atrofizza durante un periodo di inattività (detraining). Questo è stato dimostrato in studi che hanno osservato come le cellule muscolari mantengano un numero maggiore di mionuclei anche dopo mesi di pausa.
In uno studio pubblicato su The Journal of Physiology, si è osservato che i mionuclei acquisiti rimangono anche dopo 3 mesi di inattività, rendendo la “riattivazione” muscolare molto più rapida.
Oltre a questo, esiste anche una memoria di tipo neuromuscolare. In pratica il sistema nervoso impara a reclutare le fibre muscolari in modo più efficiente, rendendo movimenti complessi (come squat o stacchi) più automatici grazie all’apprendimento motorio.
Anche questa memoria viene conservata e riattivata molto più velocemente in caso di ritorno all’allenamento.
Quindi possiamo considerare la memoria muscolare come doppia:
- Cellulare, attraverso i mionuclei;
- Neurologica, attraverso la coordinazione motoria.
Se ti sei allenato in passato in modo costante, i tuoi muscoli e il tuo sistema nervoso hanno già imparato, e potranno tornare al livello precedente molto più rapidamente rispetto a chi comincia da zero. Questo vale anche per chi è stato fermo per diversi mesi o, in alcuni casi, anni.
Il ruolo dell’età nel detraining
L’età gioca un ruolo chiave nella risposta del corpo all’inattività. Nei soggetti giovani e allenati, la perdita di forza e massa muscolare è generalmente più lenta e il recupero più rapido, grazie a un metabolismo più attivo e una maggiore efficienza della memoria muscolare.
Negli adulti over 50 o in età avanzata, invece, il detraining può avere effetti più marcati, con una riduzione più evidente di forza, resistenza e coordinazione motoria. In particolare, si osserva un declino più veloce delle fibre muscolari di tipo II (quelle deputate alla forza e alla potenza), che rende il recupero un po’ più lento.
Tuttavia, anche in età avanzata, la memoria muscolare è parzialmente conservata, e con un approccio graduale è possibile recuperare tono e funzionalità in modo efficace. In questi casi, l’attenzione a carichi moderati, frequenza costante e lavoro sulla mobilità diventa ancora più importante.
Come riprendere ad allenarsi dopo uno stop
Dopo un periodo di inattività, la tentazione di voler recuperare “tutto e subito” è forte, ma è proprio questo l’errore più comune. Il corpo ha bisogno di tempo per riadattarsi, quindi è fondamentale ripartire in modo graduale.
Per prima cosa, è consigliabile ricominciare con carichi più leggeri, utilizzando circa il 50-60% dell’intensità abituale. Questo permette ai muscoli di riattivarsi gradualmente, evitando traumi o sovraccarichi eccessivi.
Il passo successivo è aumentare progressivamente volume e intensità. Ogni 1-2 settimane si può incrementare il carico, le serie, il numero di ripetizioni oppure la durata delle sessioni.
Un altro aspetto fondamentale è quello di curare l’esecuzione degli esercizi. Questo non solo aiuta a prevenire infortuni, ma permette di ristabilire la connessione mente-muscolo, spesso compromessa dopo una fase di inattività.
In questa fase anche il giusto recupero è fondamentale. La cosa migliore è riprendere con 2-3 sedute di allenamento in fullbody, lasciando almeno un giorno di recupero tra un allenamento e l’altro.
Utile è anche integrare esercizi di mobilità e lavoro sul core, fondamentali per ristabilire controllo motorio, stabilità e fluidità nei movimenti, qualità che tendono a ridursi dopo una pausa prolungata.
Esempio di scheda full body
Come accennato nel paragrafo precedente, è consigliabile allenarsi 2 o 3 volte a settimana. Una frequenza ideale per fornire ai muscoli lo stimolo necessario, lasciando allo stesso tempo spazio al recupero.
Invece, la scelta di una seduta in full body è particolarmente indicata dopo un periodo di stop: consente di riattivare l’intero corpo in modo equilibrato, senza sovraccaricare i singoli distretti muscolari.
SEDUTA 1 FULL BODY
SQUAT A CORPO LIBERO/BILANCIERE 3×10/12 Rec. 60”
STACCO RUMENO 2 MANUBRI 3×10/12 Rec. 60”
PUSH UP O SPINTE 2 MANUBRI 3×10/12 Rec. 60”
REMATORE 2 MANUBRI 3×10/12 Rec. 60”
ALZATE LATERALI 2 MANUBRI 2/3×12/15 Rec. 45”
PLANK 3×30/40” Rec. 45”
SEDUTA 2 FULL BODY
TRAZIONI O LAT MACHINE 3×6/8 Rec. 60”
SPINTE PANCA 45° 3×10/12 Rec. 60”
MILITARY PRESS 2 MANUBRI 3×10/12 Rec. 60”
AFFONDI ALTERNATI 2 MANUBRI 3×10/12 Rec. 60”
CALF SU RIALZO 2/3×15/20 Rec. 45”
CRUNCH O CRUNCH INVERSI 3×12/15 Rec. 45”
Conclusione
Dopo una pausa, il corpo perde tono, forza e resistenza, è vero. Ma come abbiamo visto, il detraining è un processo reversibile e la memoria muscolare rappresenta una straordinaria risorsa che rende la ripresa molto più veloce rispetto all’inizio. Bastano pochi allenamenti ben programmati per riattivare quei meccanismi che sembravano “persi”.
Ciò che rende davvero interessante il ritorno all’attività fisica è la capacità del tessuto muscolare di conservare parte degli adattamenti anche durante l’inattività. I nuclei muscolari guadagnati con l’allenamento tendono a rimanere, e questo permette un recupero più rapido ed efficiente. Inoltre, anche a livello neuromuscolare, il sistema nervoso centrale conserva una certa “traccia” dei movimenti già appresi, facilitando il controllo motorio e la coordinazione nei gesti allenanti.
Se a tutto questo si aggiungono strategie di ripresa intelligenti, come una programmazione progressiva, una gestione attenta del recupero e il reinserimento graduale di esercizi multiarticolari, il ritorno in forma sarà non solo più efficace, ma anche più sostenibile sul lungo termine.
Articolo a cura del Coach Lorenzo Bungaro. Puoi trovarmi sul mio Profilo Instagram
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