Allenamento in situazioni particolari come comportarsi

Come deve comportarsi un Personal Trainer quando trova un soggetto in situazioni particolari? Nell’articolo di oggi andremo a trattare categorie di soggetti in condizioni di salute particolari che possono presentarsi davanti la strada di un Personal Trainer.

E’ ormai appurato grazie a numerosi studi scientifici come l’attività fisica quotidiana sia veramente importante per il nostro organismo, ma nonostante ciò la maggior parte della popolazione  conduce ancora una vita sregolata dal punto di vista alimentare e fisico, e non è raro per un Trainer imbattersi in soggetti obesi e/o diabetici e ipertesi. 

In questo articolo cercherò di fornirvi sulla base della mia esperienza alcuni accorgimenti validi da tenere in considerazione nella stesura di un programma di allenamento per queste categorie, parleremo anche di altre tipologie di soggetti che si trovano in uno stato particolare e momentaneo della propria vita come le donne in gravidanza e includeremo in quest’ultima fascia anche l’attività fisica per soggetti in età avanzata.

Una piccola premessa…

Il lavoro del Personal Trainer non deve mai sostituirsi a quello del medico. In presenza di patologie o in condizioni di salute particolari è necessario lavorare sotto la supervisione del medico e attenersi alle sue indicazioni. In caso contrario il Personal Trainer si assume direttamente le responsabilità che posso avere delle gravi implicazioni legali.

GRAVIDANZA

Non deve essere trattata come uno stato patologico , bensì come una condizione particolare che richiede alcuni accorgimenti. Salvo parere del medico, l’attività fisica può essere svolta tranquillamente prestando attenzione a calibrare l’intensità e il volume d’allenamento affinché possano ridursi eventuali rischi per il feto.

La gravidanza induce diverse alterazioni a carico di tutto l’organismo tra cui:

  • aumento del dispendio energetico quotidiano;
  • aumento del ritmo respiratorio e della frequenza cardiaca sia a riposo che durante l’attività fisica;
  • aumento del volume del seno;
  • aumento del peso corporeo;
  • accentuazione della lordosi lombare e spostamento in avanti del baricentro con conseguente alterazione della postura;
  • lassità legamentosa.

L’allenamento aerobico non presenta controindicazioni a patto che la frequenza cardiaca rimanga al di sotto della soglia anaerobica.

Anche l’allenamento con i sovraccarichi non presenta particolari controindicazioni, a patto di limitare i pesi sollevati e interrompere le serie prima del cedimento muscolare.

Gli addominali possono essere eseguiti ma mai in posizione seduta perché comporterebbe la compressione della vena cava, con conseguenze per la salute del feto.

Nei primi mesi di gravidanza e fino a quando il peso corporeo ed il volume della pancia lo consentono è possibile eseguire il Plank.

Di fondamentale importanza sono gli esercizi mirati all’allungamento muscolare e al mantenimento della mobilità articolare, utili per alleggerire la colonna dal crescente carico.

DA EVITARE ASSOLUTAMENTE

  • Esercizi che comportano un rischio di caduta;
  • Allenamenti nelle giornate troppo calde;
  • Allenamenti ad alta intensità;
  • Shock tipici dei salti, della corsa e di tutti gli altri sport ad alto impatto;
  • Disidratazione e digiuno prolungato.

I BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA PER LA MAMMA ED IL FETO

Numerosi studi dimostrano come praticare attività fisica moderata durante la gravidanza possa portare ad una riduzione del rischio di parto cesareo, oltre a limitare l’aumento del peso corporeo e mantenere un buono stato di efficienza fisica.

Altri studi dimostrano che i bambini nati da madri che hanno praticato regolarmente attività fisica durante la gravidanza oltre a presentare una percentuale di grasso inferiore, presentano un precoce sviluppo del profilo neurocomportamentale.

ATTIVITA’ FISICA IN ETA’ AVANZATA

L’avanzare dell’età porta a un graduale decadimento dei parametri fisici come:

  • La riduzione della forza accompagnata dalla diminuzione della massa muscolare e della capacità di reclutamento delle unità motorie ;
  • La riduzione della velocità dei movimenti;
  • La riduzione della densità delle ossa soprattutto nelle donne.

Per questi motivi affinché si possa mantenere più a lungo una buona efficienza fisica è fondamentale praticare attività fisica. Essa apporterebbe nel tempo numerosi benefici, tra cui:

  • Miglioramento della forza, della massa muscolare e della densità delle ossa;
  • Maggior efficienza dell’apparato respiratorio;
  • Maggior efficienza dell’apparato cardiocircolatorio;
  • Maggior efficienza dell’apparato locomotore;
  • Miglioramento della mobilità articolare;
  • Diminuzione della frequenza cardiaca a riposo e della pressione arteriosa.

Inoltre l’attività fisica influenza positivamente la vita sociale e il benessere psicologico dell’anziano accrescendo in lui sicurezza e autostima.

L’allenamento in età avanzata non presenta controindicazioni, se non la ridotta capacità di recupero del soggetto anziano. La Programmazione dell’allenamento si differenzia a seconda del reale stato di forma del soggetto.

OBESITA’

Prima di procedere con l’attività fisica è necessario ottenere il parere del medico.

E’ inoltre di fondamentale importanza collaborare con un nutrizionista di fronte a questa categoria di soggetti.

Per soggetto obeso si intende un individuo con una percentuale di grasso (BMI) superiore a 30. L’obesità è spesso accompagnata da patologie a carico dell’apparato cardiovascolare, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia ecc…

Ma passiamo all’atto pratico. Come dobbiamo muoverci?

Qui l’allenamento deve essere accompagnato obbligatoriamente da un deciso cambiamento delle abitudini alimentari. Solo in questo modo possiamo pensare di ottenere dei risultato concreti. Una volta valutati tutti gli eventuali rischi cardiovascolari, si dovrà fare attenzione sul modulare l’intensità e il volume d’allenamento viste anche le scarse condizioni atletiche del soggetto, cercando di evitare esercizi a terra dove è necessario rialzarsi dalla posizione supina.

Possiamo quindi iniziare la nostra seduta effettuando 10′-15′ di riscaldamento generale e specifico, per poi passare a un lavoro in palestra con i pesi o a corpo libero e terminare la nostra seduta con 10′-15′ di attività aerobica come defaticamento o stretching.

IPERTENSIONE

Il soggetto iperteso non manifesta sintomi evidenti. Circa un quarto della popolazione occidentale risulta essere ipertesa. Più è grave il livello di ipertensione maggiore è il rischio di infarto, ictus ecc…

I soggetti con valori della pressione arteriosa diastolica superiore a 90 sono già considerati ipertesi, pertanto il Personal Trainer dovrà assolutamente evitare di far raggiungere frequenze cardiache elevate al cliente effettuando un allenamento aerobico in cui si mantiene una FC costante non più alta del 70/75 % della FC max teorica.

Anche qui numerosi studi dimostrano che l’attività fisica è un rimedio naturale all’ipertensione, infatti essa diminuisce i livelli di pressione arteriosa abbassando il rischio cardiovascolare.

Ma non solo..

Diversi studi scientifici propongono una seconda via oltre l’allenamento da seguire per combattere l’ipertensione: parliamo della Mindfulness. 

Si è visto infatti come quest’ultima riesca a ridurre lo stress e ad abbassare la pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione.

Lo studio consisteva nel far applicare a un gruppo di persone sia donne che uomini il protocollo MBSR ( Mindfulness Based Stress Reduction). Ai partecipanti oltre ad alcune tecniche di body scan, meditazione seduta, consapevolezza del respiro, meditazione camminata sono stati insegnati anche alcuni esercizi di yoga.

Alla fine del trattamento c’è stata una significativa riduzione del valore della pressione arteriosa.

Naturalmente questa deve essere praticata con costanza affinché possa apportare dei sostanziali benefici, come l’allenamento del resto, ma può essere un’ottima tecnica nel prevenire lo stress a cui siamo sottoposti nella vita quotidiana.

DIABETE

Il diabete è un’alterazione del metabolismo dei glucidi dovuto alla carenza più o meno grave d’insulina o ad insulinoresistenza, ovvero la bassa sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina.

L’insulina permette l’ingresso dei glucidi nelle cellule, quindi un’alterazione di questo meccanismo porta a una situazione di iperglicemia, che da luogo a diverse complicanze.

Il diabete si divide in:

  • insulino dipendente (tipo 1);
  • non insulino dipendente (tipo 2);

Nei soggetti affetti a diabete tipo 1 le cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina smettono di produrla, a causa di un’alterazione del sistema immunitario.

La forma di diabete più diffusa è quella di tipo 2, che colpisce adulti e anziani a causa di continui errori alimentari. In questo caso la produzione di insulina è normale, quindi la somministrazione non è necessaria. 

L’attività fisica può apportare benefici? L’attività fisica abbassa la glicemia e migliora la sensibilità all’insulina.

I diabetici che seguono la terapia insulinica, possono svolgere attività fisica lontano dalla somministrazione del farmaco. 

L’intensità consigliata per la programmazione dell’allenamento cardiovascolare deve mantenersi in un range di 65-80% della FCmax.

Anche l’allenamento con i pesi e a corpo libero è particolarmente indicato per i soggetti diabetici.

Alcune linee guida da seguire…

  • Prima di eseguire l’attività fisica controllare la glicemia;
  • E’ fondamentale mantenersi ben idratati e modificare l’alimentazione in funzione dell’allenamento;
  • Prestare particolare attenzione a eventuali segnali di ipoglicemia (debolezza, tremori, nausea ecc…) e iperglicemia ( sete intensa, disturbi della vista, stanchezza ecc).

Bibliografia : Scuola Nazionale Personal Trainer


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Articolo a cura del Personal Trainer Luca Donninelli. Segui Luca sulla sua Pagina Ufficiale di Facebook Luca Donninelli Personal Trainer,sul suo profilo Instagram Luca Donninelli Personal Trainer e sul suo canale Youtube CrossFightLab

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